CARCERI – PARTITO RADICALE: DALLE RIVOLTE VIOLENTE AGLI SCIOPERI DELLA FAME, OGGI UNA CAMPAGNA DI DENUNCE DI MASSA PER RIPRISTINARE DIRITTO E DIRITTI

Roma, 16 Luglio- Con Marco Pannella si era riusciti a convertire la violenza quotidiana delle rivolte in carcere degli anni ’70 in azioni nonviolente.

Ma alla nonviolenza si è opposta la solita e scontata indifferenza ed ignavia nei confronti della popolazione penitenziaria, e così la disperazione ha spinto il rancore a riprendere forza.

Non crediamo che la risposta alla violazione di diritti umani fondamentali di detenuti e detenenti possa essere lo stato di emergenza permanente, così come sta accadendo da tanto, troppo tempo.

Invitiamo i detenuti che in termini di diritto hanno ragione e ragioni da vendere, a non accettare provocazioni e a non ricorrere alla violenza che peggiorerebbe ulteriormente la loro situazione detentiva.
Crediamo sia questo il tempo perché i detenuti e i loro avvocati aderiscano all’iniziativa del Partito Radicale per una campagna di denunce di massa e di richiesta di grazia.

Rivolgiamo un invito anche ai sindacati della polizia penitenziaria perché denuncino il loro datore di lavoro per le condizioni disumane nelle quali sono costretti a lavorare.

Auspichiamo infine che i magistrati di sorveglianza si organizzino e denuncino l’impossibilità di espletare il proprio dovere a causa della mole di ricorsi che si sono accumulati nel tempo ai quali è tecnicamente impossibile dare seguito.

Infine, sappiamo che questo governo non è favorevole all’amnistia, come non lo sono stati tutti i governi, tecnici e politici, dal 1990, anno nel quale fu concessa l’ultima amnistia senza che seguisse una riforma della giustizia e così se con l’amnistia i detenuti scesero da 30.700 a 26.000, nel 1991 erano aumentati fino a 35.000.

Resta il fatto che l’amnistia e una radicale riforma della giustizia sono le uniche politiche di Governo per rispondere alle disastrose, disumane, contrarie al diritto delle attuali politiche giudiziarie e penitenziarie.

Politiche penali che, come ci ricordava in campagna elettorale Dott. Carlo Nordio, sono ancora fondate sul codice penale fascista.

Queste le dichiarazioni di Maurizio Turco e Irene Testa, rispettivamente segretario e tesoriere del Partito Radicale.

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