ONU sostiene che la nuova legislazione sull’hijab in Iran sia una forma di
persecuzione di genere e esorta il parlamento a riconsiderarla.
Il 1° settembre, a Ginevra, alcuni esperti ONU hanno affermato che il nuovo progetto
di legge sull’hijab in Iran “potrebbe essere descritto come una forma di apartheid di
genere”. La legge, in esame dal parlamento iraniano, impone nuove punizioni a tutte
le donne che violano le norme sul velo. Il gruppo di esperti ha dichiarato: “Le autorità
sembrano governare attraverso una discriminazione sistematica con l’intenzione di
reprimere donne e ragazze fino alla sottomissione totale. Le punizioni includono la
privazione di una serie di libertà fondamentali e di diritti sociali ed economici, che
colpiranno in modo sproporzionato le donne economicamente emarginate”. Javaid
Rehman, Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran, e Irene Khan,
Relatrice Speciale sulla libertà di opinione e di espressione, considerano la legge
sull’hijab una “persecuzione di genere” e vorrebbero spingere le autorità a riprenderla
in esame “in conformità con il diritto internazionale sui diritti umani” per garantire “il
pieno godimento dei diritti umani per tutte le donne e le ragazze in Iran”.