Le autorità iraniane hanno intensificato la repressione contro le donne che non rispettano l’obbligo del velo.
Secondo Amnesty international, ONG impegnata nella difesa dei diritti umani, l’Iran ha reso più intensi arresti, minacce, espulsioni e aggressioni contro le donne che rifiutano di indossare l’hijab. Saeed Montazer-Almahdi, portavoce della polizia iraniana, ha annunciato il ritorno delle pattuglie di polizia morale nelle strade. Sui social ci sono video che mostrano donne aggredite a Teheran dalla polizia e contro le persone che cercano di aiutarle vengono utilizzati gas lacrimogeni. Dal 15 aprile 2023, milioni di donne hanno ricevuto messaggi con scritto che i loro veicoli potevano essere confiscati dopo essere state riprese dalle telecamere senza velo, altre sono state espulse dalle università oppure gli è stato negato l’accesso a servizi bancari e trasporti pubblici, mentre sono state chiuse con la forza centinaia di aziende. Amnesty ha scritto: “L’intensificarsi della repressione espone la natura dubbia delle precedenti affermazioni delle autorità iraniane di voler sciogliere la polizia morale tra dichiarazioni ufficiali contraddittorie sul suo ritorno nelle strade iraniane”. Agnès Callamard, segretario generale di Amnesty International, ha affermato: “La polizia morale in Iran è tornata. Le autorità non stanno prendendo in giro nessuno rimuovendo le insegne della polizia della “moralità” dalle uniformi e dai furgoni di pattuglia, mentre incoraggiano gli esecutori dell’oppressione e della sottomissione delle donne e delle ragazze della Repubblica islamica a impegnarsi nella stessa violenza che ha ucciso Mahsa Amini impunemente”.