La Corte costituzionale ha chiesto al parlamento di riformare l’ergastolo ostativo entro aprile. Un tempo naturalmente ordinatorio, come tutte le scadenze che riguardano i diritti, a differenza dei tempi dei doveri che sono ordinatori.
Accade che a pochi mesi dalla scadenza chi avrebbe beneficiato dell’intervento mette in atto azioni che allontanano la riforma e incitano ad una maggiore repressione un governo che ha delle frange parlamentari ben predisposte in questo senso. Delle due l’una: o sono cretini e quindi non sono dei capimafia; o siamo di fronte ad una strategia della tensione, e non sarebbe la prima volta. Una strategia a sostegno delle frange parlamentari che fanno della repressione un dato ideologico e non dettato dalla necessità.
Su quanto sta accadendo sull’ergastolo ostativo e il 41bis è necessario indagare a fondo e in tutte le direzioni, dentro e fuori dalle istituzioni.
Un po’ criptico, nel senso che non è difficile fare nomi precisi se si vuole.
Certamente sta apparendo come un tassello di una nuova strategia della tensione. Che tra noi nessuno si augura.