No, la politica non sa proprio dire “giustizia” e “carcere”

La mancanza d’interesse da parte della politica di due temi, carceri e giustizia. Ma dietro questo fenomeno, almeno in questa campagna elettorale, si nasconde una notizia.

Niente. Non ce la fanno proprio neppure a pronunciarle le parole “Giustizia”, e “carceri”. Invitano a valutare i programmi, quello che hanno fatto, con chi; quello che intendono fare, fanno mille promesse, proclami, assicurazioni; ma sulla madre di tutti i problemi italiani, l’amministrazione della giustizia, e il suo epifenomeno, la situazione nelle carceri, nulla che non siano parole d’ordine forcaiole, quando ci sono. La questione, “semplicemente” sembra non esistere.

Quando qualche giornalista domanda se ci sono, e quali, “temi qualificanti”, viene snocciolato un rosario generico di temi: europeismo; diritti civili; fine vita; libertà economiche; riforma della cittadinanza… Per carità tutte questioni importanti (poi se si va a vedere nel dettaglio, nelle varie coalizioni, le soluzioni proposte sono più che divergenti).

Ma giustizia e carceri proprio non ce la fanno neppure a citarli. A questo punto, constata l’insensibilità della ahinoi classe politica di “Cesare”, viene voglia di rivolgerci, come in passato, a chi rappresenta Dio in terra: il mondo cattolico, il Vaticano; che peraltro, ormai a cadenza quotidiana, attraverso “L’Osservatore Romano” e “l’Avvenire”, ogni giorno già levano le loro voci. Il vangelo di Matteo contiene un passaggio che è un vero e proprio “manifesto” per credenti e laici (qui sì, il crociano “non possiamo non dirci cristiani”): “…Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi…”.

Il presidente della Conferenza Episcopale dei Vescovi italiani Matteo Zuppi, anche di recente ha richiamato l’attenzione di tutti “per far cambiare in meglio il carcere”, e respingere “la tentazione di buttar via la chiave, e cercare invece quelle giuste per favorire recupero e reinserimento dei detenuti”. Con altri impiegherò, nei giorni del Ferragosto, qualche ora del mio tempo per andare nelle carceri, per ascoltare l’intera comunità penitenziaria, e dimostrare che non tutti dimenticano, non tutti sono indifferenti. Sarebbe bello e di grande significato, se il cardinale Zuppi in quei torridi giorni di Ferragosto mandasse all’intera comunità penitenziaria un “messaggio”. La comunità penitenziaria, ne sono certo, ne ricaverebbe motivo di consolazione e speranza. Di forza e di coraggio.

L’assenza della giustizia dalla campagna elettorale è una notizia, vero, ma mi sembra una notizia interessante anche la scomparsa del giustizialismo dalla campagna elettorale, e viste le ultime campagne elettorali mi sembra un tema non da poco. Si potrebbe organizzare un forum a Bibbiano.

Di Valter Vecellio – Il Foglio, 14 agosto 2022

1 Comment

  • Claudio 27 Agosto 2022

    … l’amministrazione della giustizia in Italia da anni rimane pericolosamente sempre uguale a se stessa. Ricordo sempre quello che mi diceva mia cugina Nives, un noto architetto di Udine: “ dalla mia esperienza Claudio devo dirti che se hai torto porta la tua causa in tribunale … potresti vincere invece se ritieni di avere ragione non andare in tribunale, potresti perdere, cerca piuttosto una mediazione”. Andai da lei a chiedere consiglio in quando disperato non riuscivo a far valere un contratto con un’impresa edile che il tribunale di Udine, con le lungaggini, la mancata applicazione delle clausole, documenti scomparsi agli atti, udienze annuali dove quella documentazione reinserita dal mio avvocato era decaduta per aver oltrepassato i termini utili alla presentazione, e…, e…., hanno reso carta straccia il mio contratto che era regolarissimo, registrato in uno studio notarile. Che trauma per un cittadino rendersi conto che un’istituzione importante come la giustizia ha il potere di fare così tanto male . Speriamo veramente che le cose cambino perché l’amministrazione della giustizia dovrebbe essere la prima virtù in un paese democratico.

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