I leader del PE condannano le recenti dichiarazioni razziste del premier Orbán

I leader dei gruppi politici del PE hanno adottato una dichiarazione che condanna le dichiarazioni apertamente razziste del premier Viktor Orbán e sottolinea che tali dichiarazioni violano i valori dell’UE.

Dichiarazione della Conferenza dei presidenti:

“Noi, leader dei gruppi politici del Parlamento europeo, condanniamo fermamente la recente dichiarazione apertamente razzista del Primo Ministro Orbán sul fatto di non voler diventare “popoli di razza mista”. Tali dichiarazioni inaccettabili, che costituiscono una chiara violazione dei nostri valori, sanciti anche dai Trattati dell’UE, non hanno posto nelle nostre società. Anche noi ci rammarichiamo profondamente del fatto che il Primo Ministro Orbán abbia continuato a difendere queste dichiarazioni imperdonabili in altre occasioni. Il razzismo e la discriminazione, in tutte le sue forme, devono essere condannati in modo inequivocabile e affrontati efficacemente a tutti i livelli.

Chiediamo alla Commissione e al Consiglio di condannare urgentemente questa dichiarazione con la massima fermezza. Ribadiamo inoltre l’invito del Parlamento europeo al Consiglio a formulare finalmente le sue raccomandazioni all’Ungheria nel quadro della procedura di cui all’articolo 7 del Trattato sull’Unione europea (TUE), affrontando anche i nuovi sviluppi che riguardano lo Stato di diritto, la democrazia e i diritti fondamentali e a stabilire che esiste un chiaro rischio di grave violazione dei valori di cui all’articolo 2 da parte dell’Ungheria. Ricordiamo al Consiglio che gli Stati membri hanno l’obbligo di agire insieme e di porre fine a tutti gli attacchi ai valori sanciti dall’articolo 2 del TUE e chiediamo che la questione venga inserita nell’agenda della prossima riunione dei leader del Consiglio europeo.

Esortiamo la Commissione a trattare con priorità le procedure di infrazione in corso contro la violazione da parte dell’Ungheria delle norme dell’UE che vietano il razzismo e la discriminazione e a fare pieno uso degli strumenti disponibili per affrontare le violazioni dei valori sanciti dall’articolo 2. Accogliamo inoltre con favore la decisione della Commissione di attivare il regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto nei confronti dell’Ungheria e ci aspettiamo i prossimi passi in tal senso a seguito della seconda lettera del 20 luglio. Ribadiamo la nostra richiesta alla Commissione di astenersi dall’approvare il piano nazionale ungherese nell’ambito dello Strumento di ripresa e resilienza fino al soddisfacimento di tutti i criteri pertinenti.

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