Mentre cinque milioni di persone sono già fuggite dall’Ucraina e altri sette milioni sono sfollati all’interno, l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati ha esortato il Consiglio di Sicurezza a “mettere da parte” le sue divisioni e trovare un modo per porre fine alla “guerra orribile e senza senso”, ora alla sua ottava settimana. L’ONU stima inoltre che altri 13 milioni di persone si trovino nelle zone più colpite, molte delle quali incapaci di muoversi e difficili da raggiungere in sicurezza con gli aiuti. Il Vice Commissario, Clements, di ritorno dalla Repubblica Ceca e dall’Austria, ha dichiarato che la sua visita, che continuerà in Slovacchia, completa quelle dell’Alto Commissario Filippo Grandi, anche in Ucraina, e dell’Assistente dell’Alto Commissario per le operazioni, Raouf Mazou – che attualmente sta visitando la Moldavia e la Romania. Gli Stati interessati hanno mantenuto le loro frontiere aperte, fornendo protezione a coloro che cercano sicurezza e aiuto. Il Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) Antonio Vitorino ha avvertito che l’aumento degli obiettivi nelle città porterà a un maggior numero di vittime civili e di spostamenti, sia interni che esterni. Evidenziando diversi rischi specifici affrontati dagli sfollati interni, dai rifugiati e dai cittadini di paesi terzi, Vitorino ha avvertito che in situazioni di spostamento di massa, fino al 30% della popolazione sperimenterà qualche forma di impatto psicologico negativo. Il traffico di esseri umani è un fenomeno noto nella regione e le crisi passate hanno dimostrato che gli spostamenti su larga scala, la separazione delle famiglie e l’interruzione della protezione civile e delle reti comunitarie rendono questi individui vulnerabili alla violenza, allo sfruttamento e agli abusi.
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