Il lavoro minorile “deruba i bambini del loro futuro”

Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, anche se il lavoro minorile è diminuito significativamente nell’ultimo decennio, un bambino su dieci è ancora coinvolto in un lavoro dannoso.  

Mentre il numero è sceso da 246 milioni nel 2000 a 152 milioni nel 2016, l’OIL ha notato un progresso disomogeneo tra le Regioni. Circa 72 milioni di bambini lavorano in Africa, e rappresentano quasi la metà del totale mondiale. Seguono l’Asia e il Pacifico, dove vivono 62 milioni di bambini lavoratori.  Il 70% di questi bambini lavora nell’agricoltura – principalmente nell’agricoltura di sussistenza e commerciale e nell’allevamento del bestiame – e quasi la metà in occupazioni o situazioni considerate pericolose per la loro salute e la loro vita. Un’azione congiunta e decisiva può invertire questa tendenza. In collaborazione con Alliance 8.7, l’OIL ha lanciato l’Anno Internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile per incoraggiare azioni legislative e pratiche per sradicare il lavoro minorile in tutto il mondo. Adottato dall’Assemblea Generale nel 2019, l’anno mira a sollecitare i governi a lavorare per raggiungere l’obiettivo 8.7 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), eliminando al contempo le peggiori forme di lavoro minorile, compreso l’uso di bambini soldato, ed entro il 2025 porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme. La campagna, della durata di 12 mesi, preparerà anche il terreno per la quinta Conferenza globale sul lavoro minorile (VGC) del 2022, che accoglierà con favore ulteriori impegni per porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025, e al lavoro forzato, alla tratta di esseri umani e alla moderna schiavitù entro il 2030. 

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