L’attivista di Hong Kong Joshua Wong è stato arrestato e condannato a 13,5 mesi di carcere

Joshua Wong, 24 anni, uno dei più importanti attivisti per la democrazia di Hong Kong, è stato condannato mercoledì a 13,5 mesi di reclusione a causa di una manifestazione illegale antigovernativa nel 2019, la condanna più dura e di alto profilo per un esponente dell’opposizione quest’anno.

Circa 100 sostenitori si sono riuniti in silenzio all’interno del Tribunale prima della sentenza, mentre un piccolo gruppo di pro-pechinesi si è radunato all’esterno, chiedendo una pesante pena detentiva.

“So che i prossimi giorni saranno più duri. Resisteremo”, ha gridato Wong, con un maglione nero e una maschera chirurgica, dopo la lettura della sentenza. Attraverso i suoi avvocati, ha fatto sapere che “Non è la fine della lotta”. “Davanti a noi c’è un altro impegnativo campo di battaglia. Ora ci uniamo alla battaglia in prigione insieme a molti coraggiosi manifestanti, meno visibili ma essenziali nella lotta per la democrazia e la libertà di Hong Kong”. I colleghi di Wong, Agnes Chow, 23 anni, e Ivan Lam, 26 anni, sono stati condannati rispettivamente a 10 e 7 mesi, quando migliaia di manifestanti hanno circondato la sede della polizia il 21 giugno per chiedere al Governo di ritirare una legge sull’estradizione, ora in disuso. L’imposizione di una legge sulla sicurezza nazionale da parte della Cina ad Hong Kong il 30 giugno è stata vista come l’ultimo colpo alle libertà della città, che sono cruciali per il suo status di centro finanziario globale. In base all’accordo di passaggio di consegne del 1997, Pechino ha promesso di mantenere per 50 anni lo stile di vita della città libera secondo la formula “un paese, due sistemi”, anche se alcuni temono che il 2047 arriverà presto, quando le autorità stringeranno la presa. In risposta alla sentenza del Tribunale, il Ministro degli Esteri britannico Dominic Raab ha esortato le autorità di Hong Kong e Pechino a fermare le loro campagne per soffocare l’opposizione.

Il senatore statunitense Marsha Blackburn ha accusato la Cina di aver violato i diritti umani e di aver distrutto “ogni parvenza di autonomia a Hong Kong”.

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