Intervento di Makara Thhai di accettazione alla Presidenza del Consiglio generale
Un saluto a tutti i consiglieri.
Accetto volentieri e con piacere l’incarico di Presidente del Consiglio Generale, grazie.
Dopo quello che ha detto Maurizio Turco vorrei proporre alcune riflessioni per quanto riguarda i due paesi, Italia e Cambogia, e anche per quanto riguarda il mondo in generale a partire dal Sud Est Asiatico.
In seguito vorrei anche proporvi una riflessione su come il CNRP (Partito di Salvezza Nazionale della Cambogia) e il Partito Radicale possono collaborare in futuro. Per quanto riguarda la situazione in Cambogia ci sono tante questioni che non possiamo trascurare, tra cui l’occupazione cinese del Paese. Perciò, per affrontare questo punto vorrei raccontarvi brevemente quale è stata la mia esperienza personale e la mia vita sotto i Khmer Rossi e cosa ha significato quel regime, perché credo che il popolo italiano non sia molto al corrente di quello che è accaduto.
All’epoca avevo più meno 5 o 6 anni e la mia famiglia abitava a Phnom Penh. Quando i Khmer rossi sono arrivati, nel 1975, la città è stata evacuata e siamo sfollati verso il confine con la Tailandia, a soli 20 chilometri dal confine. Sarò breve, ma voglio farvi conoscere questo fatto per far capire come sia stata difficile la mia infanzia.
Con i Khmer rossi era tutto difficilissimo: praticamente non avevamo da mangiare e c’era la regola per cui non potevi mangiare nella tua baracca. Dovevamo andare nelle mense che avevano costruito. Poiché non c’era abbastanza cibo da mangiare, andavamo di nascosto dove frantumavano il riso e raccoglievamo una sorta di amido di riso. Mi ricordo che avevo freddo, e mia mamma mi aveva dato una krama, ovvero una tipica sciarpa cambogiana, per coprirmi, che ancora ho e che porto sempre con me, che avevo piegato per ricavarne delle piccole tasche dove mettevo il riso. Un giorno il capo della mensa mi sorprese, mi afferrò e mi strinse la sciarpa attorno al collo sollevandomi per impiccarmi. Fortunatamente in quel momento c’era una signora che mi aveva conosciuto quando lasciammo Phnom Penh e che aveva ospitato presso la sua famiglia, in un’abitazione a più piani. I proprietari stavano al piano superiore, noi al pian terreno. Lei era la cuoca della mensa. Quando si è accorta che mi stavano strangolando si è inchinata piangendo ai piedi di questo Khmer rosso scongiurandolo di salvarmi. Ed è grazie a questa signora che io sono ancora vivo.
C’è un altro esempio relativo a quell’epoca che riguarda la mia famiglia, in particolare gli zii e le zie. Coloro che portavano gli occhiali venivano accusati di essere intellettuali e quindi contro i Khmer Rossi. E quindi venivano spesso presi e uccisi. Un’altra caratteristica erano le mani pulite, non segnate dal lavoro. Anche in quel caso si veniva presi e uccisi. E’ quel che è successo a due miei zii. Tutto questo per raccontarvi come la Cambogia ha vissuto quel periodo, anche a causa dell’influenza cinese.
Oggi Hun Sen sta preparando l’esercito e la polizia per sbarrare la via del rientro a Rainsy, e lo fa perché continua ad avere il sostegno della Cina. Per noi, l’incubo che i Khmer Rossi in qualche modo tornino a breve, esiste. Perciò tutta la comunità internazionale dovrebbe sostenere l’opposizione del CNRP, altrimenti il mondo lascerà la Cambogia alla Cina e Hun Sen potrebbe continuare ad uccidere altre persone, come avveniva sotto i Khmer Rossi. Questo provocherà instabilità regionale perché in Cambogia ci saranno basi militari cinesi. Perciò dobbiamo salvare la Cambogia ora.
Credo che se il Partito Radicale e il CNRP riusciranno a stabilire un’alleanza sempre più forte questo dovrebbe avere un interesse più generale, non solo per la Cambogia. Vi ringrazio fin d’ora per quello che potremmo fare. L’obiettivo che vorrei proporre e discutere a partire dal Consiglio Generale è la stabilità non solo della Cambogia ma, a partire dalla Cambogia, della regione del sud-est asiatico, dell’Asia e del mondo. Grazie.