pena di morte
PENA DI MORTE
La pena di morte non attiene alla sfera delle convinzioni religiose. Il problema non è la Bibbia né il Corano: molti paesi cristiani praticano la pena di morte; non pochi paesi islamici l’hanno abolita. Il problema è la traduzione letterale di testi millenari in norme penali e prescrizioni valide per i nostri giorni, operata a fini politici.
Il 98% delle esecuzioni nel mondo avviene in paesi autoritari e illiberali come Cina, Iran, Arabia Saudita… La soluzione definitiva del problema sta proprio qui e, prima che l’abolizione della pena di morte, riguarda l’affermazione della democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani. E’ vero che la democrazia di per sé non significa ‘no’ alla pena di morte (basti pensare agli Stati Uniti), ma è altrettanto vero che solo in un sistema democratico l’abolizione può essere concepita e durare nel tempo. Anche i dittatori la possono abolire, da un giorno all’altro e per decreto, come pure da un giorno all’altro e per decreto la possono ripristinare.
Una moratoria universale delle esecuzioni stabilita dalle Nazioni Unite, è il nostro principale obiettivo. L’abolizione non può essere imposta per decreto, mentre la moratoria può essere il luogo di incontro tra paesi mantenitori e paesi abolizionisti: gli uni farebbero un passo in avanti verso l’abolizione, gli altri riuscirebbero a salvare migliaia di vite umane. L’esperienza ci dimostra che dopo alcuni anni di moratoria difficilmente si torna indietro, spesso si procede verso la completa abolizione. E’ accaduto nella ex Unione Sovietica, nella ex Iugoslavia e nel Sudafrica che ha abolito la pena di morte dopo cinque anni di moratoria.
La campagna per la moratoria ONU è partita dall’Italia su impulso di Nessuno tocchi Caino. Nel 1994, per la prima volta, una risoluzione fu presentata all’Assemblea Generale dell’ONU dal Governo italiano. Perse per otto voti. Dal 1997 su iniziativa italiana e dal 1999 su iniziativa europea, la Commissione dell’ONU per i Diritti Umani ha approvato ogni anno una risoluzione che chiede “una moratoria delle esecuzioni capitali, in vista della completa abolizione della pena di morte”. La campagna ha ottenuto nel dicembre 2007 l’approvazione della Risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Un risultato frutto della creazione di una coalizione mondiale di Stati rappresentativi di tutti i continenti e favorevoli alla moratoria come via per giungere all’abolizione.
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- La risoluzione, pur non giuridicamente vincolante ha un’enorme forza morale e politica ed è stata una pietra miliare sulla via non solo dell’abolizione della pena capitale ma anche dello sviluppo dei diritti umani in generale. Da allora, gli effetti concreti della Risoluzione ONU, al voto dell’Assemblea Generale dell’ONU ogni due anni, hanno continuato a manifestarsi in molti Paesi.
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- Nessuno Tocchi Caino continua a percorrere la via della moratoria con una serie di iniziative volte a rafforzare il testo e a far aumentare il sostegno alla Risoluzione in ambito ONU in vista del prossimo voto previsto nel 2018 e a dare attuazione concreta ai suoi contenuti.
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- Per quanto riguarda il rafforzamento del testo, Nessuno tocchi Caino chiede di abolire i “segreti di Stato” sulla pena di morte, perché molti Paesi, per lo più autoritari, non forniscono informazioni sulla sua applicazione, e la mancanza di informazione dell’opinione pubblica è anche causa diretta di un maggior numero di esecuzioni. A tal fine, chiede al Segretario Generale dell’ONU di istituire la figura di un Inviato Speciale che abbia il compito non solo di monitorare la situazione ed esigere una maggiore trasparenza nel sistema della pena capitale, ma anche di continuare a persuadere chi ancora la pratica ad adottare la linea pro moratoria stabilita dalle Nazioni Unite.
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- Per quanto riguarda l’aumento del sostegno alla Risoluzione in ambito ONU e l’attuazione concreta ai suoi contenuti, verranno promosse missioni, a partire dall’Africa per convincere sempre più Paesi a votare a favore della Risoluzione per la “moratoria delle esecuzioni, in vista dell’abolizione definitiva della pena di morte” oltre che ad attuarne i contenuti. Dopo lo storico voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Nessuno tocchi Caino ha infatti concentrato le sue forze prevalentemente in Africa, dove, dal 2007, Ruanda, Burundi, Gabon, Togo, Benin e Guinea hanno completamente eliminato la pena di morte, e in particolare nei primi due paesi, l’abolizione ha assunto uno straordinario valore simbolico, oltre che giuridico e politico, essendo paesi in cui la catena perpetua della vendetta e l’eterna storia di Caino e Abele hanno avuto la più tragica espressione contemporanea.
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- Considerando fondamentale l’obiettivo di informazione e sensibilizzazione sul tema, Nessuno tocchi Caino pubblica il Rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo che riporta paese per paese fatti di cronaca, fatti politici e giuridici, dati statistici e studi comparativi sotto diversi profili della questione pena di morte e realizza la newsletter telematica (quotidiana e settimanale). Entrambi strumenti fondamentali per coloro che nel mondo sono impegnati nella lotta perché si affermi un nuovo diritto umano: non essere uccisi a seguito di una sentenza o misura giudiziaria.
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- Il Rapporto annuale è dedicato ogni anno alla personalità che, più di ogni altra, ha dimostrato un impegno straordinario nella lotta per una moratoria delle esecuzioni e l’abolizione della pena di morte. Questa persona è insignita del premio “L’Abolizionista dell’Anno” conferito nel corso di una cerimonia organizzata a Roma.
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- Tra gli obiettivi vi è anche il contenimento della pena di morte in tempi di guerra al terrorismo con la campagna “Stato d’emergenza? Stato di Diritto!”, ancor più necessaria e urgente a seguito delle reazioni che stanno venendo in termini di stato di emergenza e lotta al terrorismo con il tragico ricorso alla pena di morte. Nell’ambito di un progetto sostenuto dall’Unione Europea per il triennio 2017-2020, l’associazione è impegnata a condurre azioni di formazione ed informazione in tre Paesi africani, Egitto, Somalia e Tunisia con l’obiettivo di diffondere la conoscenza di quegli strumenti di diritto internazionale che contribuiscono a contenere l’uso della pena di morte in tempo di terrorismo.
- Nessuno Tocchi Caino, dopo averli fatti propri anche con il VI° Congresso svoltosi nel carcere di Opera a Milano il 18 e 19 dicembre 2015, rilancia nell’ambito del progetto “Spes contra spem” per il superamento dell’ergastolo ostativo e del 41-bis, gli obiettivi che Papa Francesco ha esplicitato nel suo Discorso di straordinario valore umanistico, politico e giuridico, rivolto ai delegati dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale e nel quale, tra l’altro, ha definito l’ergastolo come “una pena di morte mascherata”, che dovrebbe essere abolita insieme alla pena capitale, e ha considerato l’isolamento nelle cosiddette “prigioni di massima sicurezza” come “una forma di tortura”.