Roma, 21 ottobre 2024. Mohammad Reza Azizi, un prigioniero di 21 anni detenuto nel carcere di Shiraz, rischia di essere giustiziato nonostante fosse minorenne al momento del crimine e dell’arresto. All’epoca dei fatti, Azizi aveva solo 17 anni, e ora è condannato a morte per un crimine commesso quando era ancora sotto la maggiore età. Il caso ha sollevato serie preoccupazioni riguardo all’applicazione della pena di morte nei confronti di individui che erano minorenni al momento del reato, un tema che continua a destare critiche a livello internazionale.
L’uso della pena capitale contro persone che non avevano raggiunto i 18 anni è considerato una violazione del diritto internazionale, in particolare della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, che proibisce espressamente l’esecuzione di chi ha commesso reati quando era minorenne. Questo episodio riaccende il dibattito sul sistema giudiziario iraniano e sulle sue pratiche nei confronti dei diritti umani, sollevando questioni legate agli obblighi internazionali dell’Iran di rispettare tali normative.