ANNIVERSARIO BORSELLINO – PARTITO RADICALE: NON SI PUÒ SCONFIGGERE LA MAFIA CON I METODI MAFIOSI.

Nel giorno in cui si ricordano le stragi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, andrebbe ricordato il maxiprocesso di Palermo. 

Forse l’unico maxi processo celebrato in Italia nel quale quasi tutte le condanne pronunciate in primo grado sono state confermate dalla Cassazione. Un processo, come fu detto allora, non alla mafia ma a dei mafiosi. Un processo fondato sul diritto e sulle responsabilità individuali degli imputati. 

Questo per sottolineare che l’eroicità di Falcone e Borsellino non è data dalla  morte in virtù della loro professione, ma da come hanno esercitato la funzione di magistrati da vivi. 

Usare il “concorso esterno”, che oggi non è un reato presente nel codice penale, contro coloro che lo vogliono introdurre, non è rafforzare i presidi di diritto ma distorcerne principi fondamentali. 

Per non parlare del 41bis, che non vogliamo abolire, ma rendere rispettoso della Costituzione e dei Trattati internazionali firmati dal nostro Paese. 

Infatti, era una legge emergenziale con la quale venivano sospesi alcuni diritti fondamentali, 
poi resa ordinaria dal Parlamento così legalizzando la sospensione di quei diritti. 

Uno Stato di Diritto liberale è tale quando anche contro i mafiosi usa il Diritto e non i metodi che loro usano contro lo Stato e i suoi uomini.

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