Negozi con le serrande abbassate, bazar chiusi: ieri gli iraniani hanno scioperato nelle città di tutto il paese in occasione dell’anniversario delle proteste del 2019, scoppiate per l’impennata del prezzo del carburante che colpì le classi più povere. A Teheran in tanti hanno bloccato le strade con le auto, al grido di «Libertà». Nelle stesse ore la star iraniana del calcio, Ali Daei, ha pubblicamente rifiutato l’invito a partecipare con la famiglia ai mondiali in Qatar «in solidarietà con la mia patria e con le famiglie che hanno perso i propri cari». E mentre la rivolta, iniziata il 16 settembre scorso, prosegue, ieri l’Alto commissariato Onu per i diritti umani ha fatto appello alle autorità iraniane perché rilascino tutte le persone arrestate negli ultimi due mesi (15mila, secondo le stime), facciano cadere le accuse contro i circa mille già incriminati e cancellino la pena di morte comminata lunedì a un manifestante.
Il Manifesto, 16 novembre 2022