Le Agenzie ONU (PAM, UNHCR, RRS)hanno lanciato un appello per ottenere 73 milioni di dollari nei prossimi sei mesi per fornire razioni alimentari a più di 750.000 persone rifugiate in Etiopia.
“Tre quarti di milione di rifugiati rimarranno senza nulla da mangiare nel giro di poche settimane se non riceveremo immediatamente i finanziamenti”, ha dichiarato Claude Jibidar, rappresentante e direttore nazionale del PAM per l’Etiopia. Il taglio delle razioni è un problema con cui il PAM si confronta da tempo.
Le razioni alimentari per i rifugiati in Etiopia sono state ridotte prima del 16% nel novembre 2015, poi del 40% nel novembre 2021 e infine del 50% nel giugno 2022.
L’impatto di questi tagli è stato accentuato dalle limitazioni globali alla disponibilità di cibo, dallo shock economico diffuso, dall’aumento dei costi di cibo ed energia, dalle conseguenze del COVID-19 e dai conflitti armati. Per comprendere l’impatto dei tagli alle razioni sui rifugiati, il PAM, l’UNHCR e il RRS hanno condotto ad aprile una valutazione rapida su 1.215 famiglie dei campi profughi in tutte le regioni interessate. I risultati mostrano che la maggior parte ha affrontato l’insicurezza alimentare riducendo il numero di pasti consumati in un giorno, consumando alimenti meno costosi o limitando le porzioni dei pasti. La valutazione congiunta ha anche rivelato che le famiglie stanno adottando misure disperate per compensare i tagli ai finanziamenti.
I tagli ai fondi hanno costretto i rifugiati a fare affidamento su una fornitura di cibo sempre più limitata, aumentando la probabilità di conflitti basati sulle risorse. I dati mostrano che molte famiglie si sono affidate ai bambini per generare un reddito extra per permettersi il cibo. Altre famiglie sono state costrette a prendere in prestito denaro, affidandosi ad amici o parenti per il sostentamento.
Da novembre 2020, la crisi nel nord dell’Etiopia ha portato milioni di persone a necessitare di assistenza e protezione d’emergenza.
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