Il Partito Radicale saluta con vivo favore la decisione della Commissione Ue di esprimere parere favorevole alla concessione dello status di “Paese candidato” all’Ucraina.
È un piccolo passo avanti verso una meta molto agognata e perseguita con straordinario ardore europeista, sin dal 26 dicembre del 1991, dalla stragrande maggioranza del popolo ucraino e che ebbe il suo apice con la Rivoluzione arancione del 2004 e con quella di “Euromaidan” del 21 novembre 2013-23 febbraio 2014, tradito dall’indifferenza e miopia di diversi paesi membri dell’Unione europea, prima ancora che da politici eterodiretti da Mosca.
E dunque con soddisfazione che apprendiamo di questa decisione Ue, inimmaginabile fino a cento giorni fa, quando il Partito radicale, all’indomani dell’invasione russa del 24 febbraio, lanciò un appello sottoscritto da migliaia di cittadini, intellettuali e parlamentari, alle istituzioni di Bruxelles perché fosse riconosciuto all’Ucraina lo status di paese candidato e per l’apertura di una procedura accelerata del suo percorso di adesione, assieme a quello dei paesi del Balcani occidentali già candidati e in attesa dell’ingresso da diversi anni.
Riteniamo che lo status di paese candidato sia un forte segnale politico di una Unione europea aperta e inclusiva, fondamentale riferimento dei valori e dei diritti umani che in quanto tali sono universali, come il diritto naturale, storicamente acquisito, di ciascun individuo, alla libertà, alla democrazia e a un ordine internazionale fondato sulla pace e sullo stato di diritto.
L’Ucraina sta pagando un caro prezzo per la sua sete di libertà e per la sua forte aspirazione europeista e il Partito radicale continuerà a sostenere con le sue iniziative politiche il governo e il popolo ucraino affinché il suo percorso di integrazione sia il più accelerato possibile.