Dichiarazione di Maurizio Turco, Segretario del Partito Radicale, Irene Testa, Tesoriere del Partito Radicale, Marco Beltrandi, membro di Segreteria del Partito Radicale.
Roma, 3 giugno 2022. Sono oltre settanta i dirigenti e militanti in sciopero della fame con il vice Presidente vicario del Senato Roberto Calderoli e la Tesoriera del Partito Radicale Irene Testa, affinché il Presidente della Repubblica intervenga per far cessare il silenzio informativo sui referendum, che l’AgCom – a seguito di una nostra denuncia – ha già stigmatizzato.
“La satira televisiva, compresa quella della simpaticissima e bravissima Luciana Littizzetto, è e deve rimanere assolutamente libera ed estranea alla par condicio.
Ed è per questo che la legge , del medesimo nome, ha vietato alle trasmissioni di intrattenimento di fare anche solo menzione ai referendum durante la campagna elettorale radiotelevisiva, come ribadito anche nel regolamento della Vigilanza dedicato ai referendum (Art. 2, comma 2).
Questa regola è stata violata domenica sera 29 maggio 2022, dallo sketch di Littizzetto ( e Fazio) proprio sui referendum con la ridicolizzazione dei quesiti, e l’invito a disertare le urne. Guarda caso nell’ultima puntata di “Che Tempo Che fa” – quindi senza possibilità di replica- in una trasmissione non politica molto seguita anche da un pubblico di non interessati alla politica, quello più difficile da raggiungere in trasmissioni “più politiche”. Pubblico che però è incluso nel quorum costituzionale ( assieme anche a morti e a residenti all’estero) su cui si valuterà la validità del referendum abrogativo. È proprio su quella RaiTre che guarda caso fa riferimento ad una area politica formalmente ostile ai referendum del 12 giugno.
Abbiamo pertanto chiesto, con formale denuncia ad AgCom ( a cui AgCom deve imperativamente rispondere entro 48 ore) di ordinare alla Rai di prevedere uno spazio, con i medesimi ascolti della puntata del 29 maggio di Che Tempo Che Fa, a favore del voto ai referendum del 12 giugno con la presenza dei promotori.
Ci sembra il minimo possibile, non per noi, ma per il diritto a conoscere per deliberare violato in ogni modo dalla Rai , come confermato dalla delibera di AgCom dei giorni scorsi.”