La dignità, è l’ultima, qualche volta unica, bandiera che ogni carcerato cerca disperatamente di conservare, non sempre e non tutti ci riescono. E non sempre e non in tutte le prigioni si riesce a farlo. È il carcere in sé che è strumento di annientamento. Fra le prigioni nel mondo, quelle italiane sono strumento diabolico, fra sigle variegate, comprese forse solo agli addetti ai lavori, muore la speranza, si contorcono gli articoli e i principi della Costituzione. A Santa Maria Capua Vetere, il 6 aprile 2020, secondo la Procura, sarebbe salito in cattedra l’orrore: i detenuti che avevano protestato per le misure anti covid, sarebbero stati pestati e calpestati. Leggere quanto riporta l’ordinanza che investe le posizioni di 52 soggetti, fra misure cautelari, domiciliari, interdizioni, è un viaggio infernale.
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