Roma, 23 giu. (Adnkronos) – ”Io ho una posizione critica, in termini politici”, premette Maurizio Turco, ex deputato, da sempre vicino a Marco Pannella e oggi segretario del Partito RADICALE, a proposito del ddl Zan. ”Noi -ricorda all’Adnkronos- ci siamo sempre battuti per la liberazione sessuale quando non si poteva parlare di queste cose come alternativa alla repressione sessuale. Oggi la repressione sessuale la si vuole combattere con la repressione penale e davvero non lo capisco”.
”Rispetto alla legge Zan -sottolinea Turco- tutto questo voler specificare delle aggravanti rispetto a dei fatti che per legge sono già sanzionati, proprio non lo comprendo. Lo ripeto, non riesco a capire la ratio queste aggravanti specifiche…”. Il disegno di legge sull’omofobia che sta spaccando la politica italiana trova tra i critici quella che è sempre stata la voce più prestigiosa in materia di diritti civili, ovvero la voce radicale.
Turco rievoca le battaglie di Pannella: ”La prima legge sui transessuali, ad esempio, l’abbiamo fatta noi, dopodiché il Parlamento l’ha adottata. Le transessuali si riunivano da noi perché a loro era impedito farlo e facevano politica. Noi siamo stati i primi a chiedere l’informazione sessuale nelle scuole. Ecco, io cambierei subito il ddl Zan con l’informazione sessuale a scuola. Come pensi di prevenire, facendo paura? Non penso che dei dati di arretratezza culturale si superino con l’aggressione penale. E’ questo ciò che non mi va del ddl Zan”. Per Turco il segretario del Partito Radicale quello che non va della legge contro l’omofobia è la ”filosofia politica” che ispira il testo: “Nel ddl Zan c’è il tentativo di normalizzare la diversità mentre per noi la diversità è sempre stata il nucleo fondante delle politiche di liberazione”.
Allora lei condivide i ‘rilievi’ del Vaticano? ”Attenzione, io -precisa- non condivido il metodo del Vaticano, nel senso che ritengo che il Concordato rispetto allo specifico della legge Zan non c’entri nulla. O meglio, c’entra soltanto perché ci mettono di mezzo la formazione e la scuola”. Turco la butta lì: “Nell’ora di catechismo non sei obbligato a fare la giornata dell’omotransfobia, ma se la scuola riceve i contributi dallo Stato che fai? In tal caso, sei obbligato a farla…”.