“In Siria tutti i bambini sotto i dieci anni hanno vissuto tutta la loro vita in un paese devastato dal conflitto e non hanno conosciuto altro che la guerra”, queste le parole di Virginia Gamba, Rappresentante Speciale dell’ONU per i bambini e i conflitti armati.
Nel suo ultimo rapporto, che copre gli ultimi due anni, il Rappresentante Speciale ha evidenziato che “le conseguenze di un’esposizione così prolungata alla violenza, alla violazione e all’abuso dei loro diritti più fondamentali e all’enorme stress sono drammatiche”, ha detto l’esperto delle Nazioni Unite e che queste conseguenze “sono destinate a influenzare le generazioni a venire”. Secondo il rapporto, l’uccisione, la mutilazione, il reclutamento e l’uso di bambini sono state le violazioni gravi più diffuse: tra il luglio 2018 e il giugno 2020, attacchi aerei, residuati bellici esplosivi e bombardamenti indiscriminati, hanno mutilato o tolto la vita a più di 2.700 bambini. Durante lo stesso periodo, più di 1.400 bambini sono stati reclutati o utilizzati da almeno 25 parti in conflitto. Particolarmente preoccupante è stata la tendenza emergente del reclutamento transnazionale per cui i bambini sono stati arruolati e addestrati in Siria prima di essere trasportati in Libia per partecipare alle ostilità, il tutto da parte di gruppi armati. La Gamba ha sottolineato che è “massima importanza” dare la priorità ai diritti e ai bisogni dei bambini e delle bambine, nei colloqui di pace in Siria, “per evitare una generazione perduta”.
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