HONG KONG. APPELLO URGENTE ALLE DUE CAMERE DEL PARLAMENTO ITALIANO

Oggi, 23 novembre, gli attivisti pro-democrazia Joshua Wong, Agnes Chow e Ivan Lam erano in tribunale accusati di organizzazione, incitamento e partecipazione ad una assemblea illegale relativa alle proteste contro la legge sull’estradizione dello scorso anno. I tre attivisti hanno dichiarato la loro colpevolezza e sono stati immediatamente rinviati in custodia cautelare fino alla sentenza finale il 2 dicembre prossimo, con la possibilità di una pena detentiva fino a cinque anni. E’ evidente dalle accuse portate avanti nei loro confronti, come per i numerosi altri, che Pechino ha deciso di sopprimere ogni singola voce di dissenso.

Da settimane ormai le autorità di Hong Kong – in stretto coordinamento con le autorità di Pechino contrariamente a tutte le disposizioni costituzionali e internazionali – hanno accelerato visivamente gli sforzi di sopprimere tutte levaci di dissenso: dagli arresti quotidiani di attivisti, parlamentari, consiglieri distrettuali e persino Grandma Wong, alle strette ai giornalisti e professori scolastici, all’eliminazione dell’intera opposizione pan-democratica dal Consiglio legislativo di Hong Kong. Questo ultimo provvedimento, reso possibile solo grazie all’adozione di una disposizione da parte delle autorità di Pechino e eseguito immediatamente dalle autorità di Hong Kong, è stato condannato da un gruppo trans-partitico del Parlamento italiano, come una evidente violazione dell’accordo internazionale Sino-Britannico che sancisce il principio “Un Paese, Due Sistemi”. Condanna formale ripetuta anche dal Regno Unito, firmatario e garante della Dichiarazione congiunta, e l’Alleanza Five Eyes.

Ma è sulla sorte più preoccupante dei dodici giovani attivisti detenuti incommunicado a Shenzhen nella Cina continentale che i tre giovani attivisti Wong, Chow e Lam hanno voluto attirare l’attenzione prima di recarsi in tribunale questa mattina. Oggi sono passati esattamente tre mesi dal 23 agosto, giorno in cui i dodici attivisti per le democrazia di Hong Kong, alcuni dei quali perseguitati sotto la crudele legge per la sicurezza nazionale imposta direttamente da Pechino, furono arrestati in alto mare dalle autorità cinesi mentre cercavano di recarsi a Taiwan per chiedere rifugio politico. Da allora sono detenuti incommunicado a Shenzhen, senza accesso ad avvocati di propria scelta o ai loro familiari. Durante la settimana scorsa sono apparse alcune lettere che si presumano scritte da loro, ma dalle quali si evince chiaramente, sia per le tipiche dichiarazioni che abbiamo viste nelle confessioni forzate di altri detenuti sui canali televisivi cinesi, che per il linguaggio e per i caratteri utilizzati – quelli di Hong Kong non sono come quelli nella Cina continentale – che siano state scritte sotto pressione, se non tortura. Per loro è in corso una campagna #Save12HKYouths, per chiedere che vengono immediatamente riportati a Hong Kong dove poi affrontare il loro eventuale processo.

Il Parlamento italiano si è espresso più volte in sostegno alle voci pro-democrazia di Hong Kong e ha ripetutamente chiamato il Governo ad rappresentare queste istanze nelle relazioni bilaterali e multilaterali con la Repubblica popolare cinese. Il 25 agosto, su appello ancora di un gruppo trans-partitico del Parlamento italiano e di Nathan Law, attivista di Hong Kong in esilio, il Ministro degli Esteri Di Maio ha dichiarato durante la conferenza stampa congiunta con il Ministro degli Esteri cinese: per la Repubblica italiana “è indispensabile preservare l’alto grado di autonomia e libertà di Hong Kong. Seguiremo con molta attenzione i risvolti della nuova legge sulla sicurezza nazionale.”

Sviluppi come l’eliminazione dell’opposizione democratica dal Consiglio legislativo e la detenzione dei dodici giovani attivisti sono un evidente ulteriore segno di come tale autonomia e libertà non vengono rispettati dalle autorità cinesi. Se gli sarà consentito di perseguire e imprigionare gli attivisti di Hong Kong nella terraferma senza che la comunità internazionale si solleva, Pechino lo considererà come un segnale che può utilizzare la legge sulla sicurezza dello stato come pretesto per estradare altri attivisti di Hong Kong. Una volta sulla terraferma, la presunzione di colpevolezza e una lunga pena detentiva sono quasi garantite.

L’effetto raggelante di un tale sviluppo sarebbe profondo. L’estradizione che incombe sulle teste dei giovani hongkonghesi unita alla legge sulla sicurezza nazionale sarebbe la campana a morto della libertà di espressione.

Chiediamo pertanto alle due Camere del Parlamento italiano di attivarsi con urgenza a sostegno degli attivisti pro-democrazia di Hong Kong, e a favore dei diritti garantiti a tutti i cittadini della Regione autonoma dalla sua Legge fondamentale e la Dichiarazione congiunta Sino-Britannica, e in particolare di:

  • Condannare l’arresto di Joshua Wong, Agnes Chow, Ivan Law, e degli altri attivisti arrestati in queste ultime settimane e di richiederne il rilascio immediato;
  • Chiedere il ritorno immediato a Hong Kong dei dodici giovani attivisti detenuti incommunicado a Shenzhen, in modo che possano affrontare il loro eventuale processo con assistenza legale di loro scelta e con le garanzie giudiziarie imposte dal sistema giudiziario di Hong Kong;
  • Chiedere la reintegrazione immediata dei legislatori espulsi dal Consiglio legislativo attraverso un provvedimento anti-costituzionale;
  • Condannare formalmente l’imposizione della Legge sulla sicurezza nazionale da parte delle autorità di Pechino in quanto viola la Legge fondamentale di Hong Kong e la Dichiarazione congiunta Sino-Britannica depositata alle Nazioni Unite, che garantisce alla Regione ampia autonomia e un sistema di Stato di Diritto sotto il principio “Un Paese, Due Sistemi”.
  • Chiedere formalmente al Governo della Repubblica italiana di fare di questi punti una priorità diplomatica nei rapporti bilaterali e multilaterali con la Repubblica popolare cinese.

3 Comments

  • fernando 30 Novembre 2020

    mi unisco alla richiesta, ma non vedo come possa ottenere accoglienza. Gesto più eclatante sarebbe l’offrire, a chi riesce a fuggire da Honk Kong,la tutela di esule politico.

  • Asami Haraguchi 1 Dicembre 2020

    Sostengo Vostora densità del punto di visto senza confine. Ringrazio dal cuore.

    • Asami Haraguchi 1 Dicembre 2020

      La vostra

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