Guida per le visite in carcere

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Ferragosto in carcere 2019

Breve guida per le delegazioni del Partito Radicale in visita agli istituti penitenziari italiani

AUTORIZZAZIONE: Per entrare in carcere, occorre avere in mano l’autorizzazione da parte del DAP, avanzata secondo quanto previsto dall’art. 117 del DPR 230/2000. Il Partito Radicale è accreditato presso il DAP per presentare e ottenere questo tipo di autorizzazione. L’autorizzazione viene inviata all’interessato (capo-delegazione)  tramite email: una volta ricevuta, è opportuno stamparla e portarsela appresso il giorno della visita.

COSA SUCCEDE ALL’INGRESSO IN CARCERE: Tutti coloro che fanno parte della delegazione del Partito Radicale si presentano in orario alla portineria dell’Istituto muniti di un documento di identità valido. In un’apposita cassetta con relativa chiave (che verrà consegnata all’interessato), i visitatori lasceranno borse, telefonini e qualsiasi strumento elettronico (anche cuffie, prese di corrente, cavi, etc.). E’ possibile portare con sé taccuino e penna per prendere appunti. Anche sigarette ed accendino sono consentiti, tenendo presente che è possibile fumare solo nelle aree previste (camminamenti all’aperto, passeggi, aree verdi). In alcuni istituti fanno firmare ai singoli visitatori un pre-stampato in cui si dichiara che non si è in visita in quanto giornalisti (occorre un’autorizzazione diversa) e che si entra in base all’art. 117 del DPR 230/2000.

COME SI DEVE SVOLGERE LA VISITA: In base al citato art. 117, “le visite devono svolgersi nel rispetto della personalità dei detenuti e degli internati. Sono rivolte particolarmente alla verifica delle condizioni di vita degli stessi, compresi quelli in isolamento giudiziario. Non è consentito fare osservazioni sulla vita dell’istituto in presenza di detenuti o internati, o trattare con imputati argomenti relativi al processo penale in corso”. Se qualche detenuto insiste per parlare della sua vicenda giudiziaria, occorre interromperlo e, in caso di insistenza, gli si può dare l’indirizzo del Partito Radicale al quale li si invita a scrivere. Può essere utile portarsi dei biglietti da visita con l’indirizzo postale e l’email del Partito Radicale – Via di Torre Argentina 76 – 00186 Roma – info@www.partitoradicale.it . Nello stesso biglietto da visita (che può essere preparato anche al PC e poi ritagliato), è bene aggiungere anche quello del Garante Nazionale dei detenuti e, quando previsti, anche dei garanti regionali e comunali. L’indirizzo dell’Ufficio del Garante Nazionale è il seguente: Via di San Francesco di Sales 34, 00165 – Roma – segreteria@garantenpl.it .

INFORMAZIONI DA RACCOGLIERE PRIMA DI ENTRARE NELL’ISTITUTO: Per giungere un minimo preparati alla visita, è opportuno guardare sul sito del Ministero della Giustizia, la cosiddetta “scheda trasparenza” dell’Istituto che si trova a questo link https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_3_2.page . Qui trovate le schede di ciascuno dei 189 istituti penitenziari. Per ciascun carcere sono date le seguenti informazioni delle quali potrete verificare l’esattezza o meno nel corso della visita:

  • Informazioni generali sull’Istituto (a volte anche di carattere storico)
  • Il nome del responsabile ASL per il carcere
  • Gli indirizzi del Provveditorato regionale, dell’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna (UEPE), del Tribunale di Sorveglianza, dell’Ufficio di Sorveglianza
  • Personale: qui trovate il nome del Direttore e di eventuali Vice-Direttori e i dati numerici riguardanti la Polizia Penitenziaria (n. effettivi e n. previsti), gli Amministrativi (n. effettivi e n. previsti), gli Educatori (n. effettivi e n. previsti). Già così ci si può rendere conto dell’enorme scopertura negli organici. Visitando l’istituto si può meglio comprendere quanto questa carenza di organico pesi sulla vita detentiva e sullo stress che subiscono i lavoratori a causa dell’enorme carico di lavoro.
  • Spazi detentivi: qui trovate i dati sulle celle detentive con i posti di capienza regolamentare, i posti detentivi non disponibili (celle inagibili) e altre informazioni (docce, bidet, prese elettriche..); i dati sugli spazi di incontro con i visitatori (sale colloqui, area verde, ludoteca); spazi comuni e impianti (campi sportivi, teatri, laboratori, palestre, officine, biblioteche, aule scolastiche, locali di culto, mense detenuti).
  • Attività scolastiche: qui si dovrebbero trovare i dati (purtroppo non sempre disponibili) sui tipi di percorso scolastico che è possibile intraprendere in quel carcere (scuola di alfabetizzazione (soprattutto per stranieri), elementari, medie, superiori, poli universitari).
  • Attività lavorative: qui si dovrebbero trovare i dati (purtroppo non sempre disponibili) delle possibilità di lavoro che ci sono in quel carcere che si distinguono i tre categorie: attività gestite da terzi (imprese e cooperative esterne che impiegano i detenuti pagando loro una retribuzione in genere decente; purtroppo, questo tipo di lavori è per pochissimi detenuti), lavorazioni gestite dall’Amministrazione penitenziaria (esempio: falegnameria; officina fabbri; tipografia, sartoria… anche in questo caso le retribuzioni sono decenti ma sempre destinate a pochissime persone), lavori interni al carcere gestiti dall’Amministrazione penitenziaria (tranne che per i cuochi, e i lavoratori della MOF (idraulici, muratori, etc.) si tratta di lavori poco qualificanti, scarsamente retribuiti e pagati per poche ore al giorno e per due o tre mesi all’anno con retribuzioni veramente risibili (coloro che svolgono questo tipo di lavori oggi sono definiti in un modo diverso dal passato, ma la sostanza rimane la stessa: scopini (oggi definiti “addetti alle pulizie”, portavitto (oggi, “addetti alla distribuzione dei pasti”), piantoni (oggi, “assistenti alla persona”), spesini (oggi, “addetto alla spesa detenuti”), etc.)
  • Attività culturali e sportive: quando organizzate e previste
  • seguono altre informazioni utili soprattutto ai familiari che si recano in visita.

Anche conoscere prima i dati più aggiornati sul numero dei detenuti presenti nel carcere che si andrà a visitare è molto utile per avere un’idea se si ispezionerà un carcere sovraffollato oppure nella norma. A questo link, si trovano i dati aggiornati al 31 luglio 2019, carcere per carcere: https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_14_1.page?contentId=SST206215&previsiousPage=mg_1_14

DA DOVE COMINCIARE LA VISITA? – In genere, se presenti in sede, si è ricevuti dal Direttore e/o da un Vice-Direttore nonché dal Comandante degli Agenti di Polizia Penitenziaria. E’ bene – prima di effettuare la visita al carcere – fermarsi a parlare con il Direttore e il Comandante per comprendere quali siano i problemi dell’Istituto. Come ci ha insegnato Marco Pannella le nostre visite sono a tutta la “comunità penitenziaria”, a “detenuti e detenenti”, diceva. Informiamoci, dunque, anche dei problemi che incontrano i direttori, gli agenti, gli educatori e il resto del personale.

QUANTO DURA UNA VISITA? – Dipende dalla grandezza dell’istituto. Sicuramente, almeno 4 ore per gli istituti medi (di 300/400 posti). Non basta invece una giornata per visitare bene un carcere grande come San Vittore, Opera, Regina Coeli, Rebibbia, Poggioreale, Sollicciano, Pagliarelli o Lecce. In questi casi, occorre quindi scegliere quali parti dell’istituto visitare in base alle ore a disposizione. L’importante è parlare con molti detenuti nelle sezioni, in cella o ai passeggi perché hanno bisogno della massima attenzione: a loro fa piacere che qualcuno si interessi e prenda a cuore i loro problemi e li ascolti.

LUOGHI DEL CARCERE DA VISITARE ASSOLUTAMENTE:

1) Area accettazione e “nuovi giunti” – è l’area dove accede il detenuto appena giunto in carcere.

  • La saletta delle perquisizioni dovrebbe essere pulita e adeguatamente attrezzata, affinché il detenuto sottoposto a perquisizione corporea possa spogliarsi, appendere i propri abiti e rivestirsi in modo dignitoso.
  • L’ambulatorio medico dovrebbe essere pulito e adeguatamente attrezzato per svolgere le visite di primo ingresso, tenendo in considerazione che il detenuto può giungere in istituto anche in condizioni problematiche.
  • La stanza per i colloqui con gli avvocati dovrebbe essere attrezzata con tavolo e sedie.
  • La cella in cui viene sistemato il detenuto in attesa di completare le procedure di accettazione dovrebbe essere arredata in modo adeguato, in considerazione anche del fatto che il detenuto può giungere provato dal viaggio o in cattive condizioni di salute.
  • A volte, nelle vicinanze dell’area “accettazione” ci sono delle celle cosiddette di “osservazione”. È importante visitare queste celle, dato che spesso sono destinate a detenuti nuovi giunti che manifestano problemi di una certa gravità, come quelli che mettono in atto tentativi di suicidio o atti di autolesionismo. Può essere utile chiedere ai detenuti da quanto tempo si trovino lì perché la permanenza in queste celle deve essere limitata a pochi giorni prima dell’assegnazione in sezione. Verificare se siano garantite le ore d’aria e la possibilità di fare la doccia, se la cella sia adeguatamente arredata, se ci sia o meno il televisore.

2) Area “isolamento”

E’ importantissimo visitare questo luogo del carcere perché vi si possono trovare i detenuti in punizione per una sanzione disciplinare o che hanno avuto problemi a stare nella sezione assegnata o che debbano essere isolati dagli altri perché affetti (o sospettati di essere) da malattie contagiose (isolamento per motivi sanitari).

Anche qui è bene chiedere ai detenuti da quanto tempo si trovino lì (il trattenimento può essere di giorni, non di mesi) e se siano garantite le ore d’aria, pasti adeguati, la possibilità di farsi la doccia e le eventuali prescritte cure sanitarie. Verificare se la cella sia adeguatamente arredata, se ci sia o meno il televisore, se sia pulita e dignitosa. Ci sono altri due tipi di isolamento che è bene verificare nel corso della visita: 1) l’isolamento giudiziario, può essere disposto nel  corso  delle  indagini  preliminari, qualora sussistano particolari esigenze di cautela, relative “a situazioni di concreto ed  attuale  pericolo  per  l’acquisizione  o  la  genuinità  della  prova”,  il  giudice  che  procede  (il  G.I.P.),  nel  disporre  la  misura  coercitiva  della  custodia  cautelare  in  carcere (o, anche successivamente), può prevedere che l’indagato sia collocato in una   camera   individuale,   con   divieto   di   comunicare   con   altre   persone. 2) l’isolamento diurno, trattasi di sanzione penale riservata “al colpevole di più delitti, ciascuno dei quali comporta la pena dell’ergastolo”; la durata è da “da sei mesi a tre anni”.

LAVORO e ISTRUZIONE: Ricordiamo che il lavoro e l’istruzione sono elementi fondamentali del trattamento del detenuto. Così recita l’Ordinamento Penitenziario:

“Il trattamento del condannato e dell’internato è svolto avvalendosi principalmente dell’istruzione, della formazione professionale, del lavoro, della partecipazione a progetti di pubblica utilità, della religione, delle attività culturali, ricreative e sportive e agevolando opportuni contatti con il mondo esterno e i rapporti con la famiglia.” (art. 15 – Legge 354 1975); anzi, lo stesso art. 15, al comma 2 sancisce categoricamente che “salvo casi di impossibilità, al condannato e all’internato è assicurato il lavoro”. Anche per gli “imputati” (cioè coloro che non hanno ancora una condanna definitiva e devono essere considerati innocenti fino a sentenza definitiva) è previsto che possano accedere al lavoro su loro richiesta e “salvo giustificati motivi o contrarie disposizioni dell’autorità giudiziaria” (comma 3 art. 15). Sempre secondo l’Ordinamento Penitenziario “Il lavoro penitenziario non ha carattere afflittivo ed è remunerato” (art. 20, comma 2).

SANITA’ IN CARCERE: La salute è una nota molto dolente della vita penitenziaria, anche perché il 25% dei detenuti è tossicodipendente, moltissimi sono i casi psichiatrici e veramente tanti coloro che provengono da un profondo disagio sociale che spesso porta a trascurare i problemi di salute. Tutte condizioni difficilmente gestibili in un penitenziario. Non è raro, soprattutto per gli stranieri, che patologie anche gravi vengano scoperte proprio durante la detenzione. Alcuni istituti hanno il repartino psichiatrico dove vengono reclusi i casi più gravi. Il consiglio è di andarlo a visitare. Se il giorno della visita è presente il Dirigente sanitario, incontratelo per sapere come è stato organizzato il servizio per gestire i problemi di salute della popolazione detenuta. Saranno poi i detenuti a raccontare quali problematiche incontrano. Non è raro che, a causa della penuria di agenti, visite diagnostiche importanti (o persino interventi chirurgici) siano rimandate a causa dell’indisponibilità delle scorte che hanno il compito di accompagnare la persona detenuta in Ospedale.

VISITA NELLE SEZIONI e nelle CELLE (altrimenti dette “stanze di pernottamento”)

E’ questa la parte centrale della visita perché, soprattutto attraverso il colloquio con i detenuti, consente di farsi un’idea della qualità della vita in carcere. Teoricamente le celle dovrebbero  essere destinate solo al “pernottamento”, ma ciò può accadere solo se nell’istituto siano organizzate molte attività di studio, di lavoro, di sport, di incontri culturali. Nella realtà, invece, le persone detenute passano quasi tutta la giornata in una cella, sovente sovraffollata.

Presso ogni reparto detentivo dovrebbe esserci un ambulatorio medico adeguatamente attrezzato per lo svolgimento delle visite mediche. Inoltre dovrebbe esserci una stanza dove i detenuti possono svolgere i colloqui con operatori (educatori, assistenti sociali, psicologi), e assistenti volontari. Questi spazi dovrebbero essere adeguatamente puliti e i colloqui dovrebbero avvenire nel rispetto della privacy (gli agenti devono assistere alla visita medica solo se esplicitamente richiesto dal medico o dall’operatore).

Le docce dovrebbero essere nelle celle (secondo il DPR 230/2000), ma spesso sono comuni per tutti. Verificare se siano pulite e funzionanti e in numero adeguato alle presenze in sezione.

La sala della socialità dovrebbe essere attrezzata opportunamente per i momenti di socializzazione: tavoli, sedie, tavolo da ping-pong, biliardino ecc..

Lo stenditoio dovrebbe essere pulito e abbastanza capiente per poter stendere i panni lavati di tutti i detenuti presenti nel reparto.

La raccolta della spazzatura dovrebbe essere predisposta nel rispetto delle norme igieniche. Va verificato, nelle attuali condizioni di sovraffollamento, il sistema di raccolta; una circolare del DAP prevede che si proceda alla raccolta differenziata. Il detenuto addetto alle pulizie del reparto deve avere a disposizione mezzi e prodotti per l’igiene conformemente alle necessità del reparto.

I detenuti dovrebbero essere autorizzati ad avere a disposizione un frigorifero per conservare i prodotti alimentari. Ve ne deve essere comunque almeno uno ad utilizzo comune e abbastanza capiente per far fronte alle necessità di tutta la popolazione presente in reparto.

Le celle dovrebbero contenere un numero di detenuti tale da non superare gli standard stabiliti dal regolamento penitenziario che prevede 9 mq per un detenuto + 5 mq per ogni detenuto aggiuntivo. Verificare se, esclusa la superficie dei letti e altro mobilio fisso (stipetti, termosifoni), ogni detenuto abbia a disposizione almeno 3mq di superficie calpestabile: sotto tale parametro, infatti, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo considera la detenzione “disumana e degradante”, in violazione dell’art. 3 della Convenzione.  Verificare inoltre quante ore d’aria siano concesse. Secondo i parametri europei, infatti, i detenuti dovrebbero poter stare fuori dalla cella almeno 8 ore.

Le celle devono essere ventilate attraverso finestre grandi e, oltre alle solite sbarre di ferro, non ci devono essere altre barriere architettoniche che ne impediscano il passaggio dell’aria e della luce (tipo inferriate a maglie strette).

La cella deve essere arredata con letti, materassi, guanciali, stipetto grande, stipetto piccolo, tavolo, sgabelli, scopa, spazzolone, secchio, paletta, stracci per pavimento, televisore e abatjour. I servizi igienici devono essere separati, in modo da rispettare la privacy di chi ne usufruisce, e devono avere (oltre alla doccia che non sempre c’è) water, porta carta igienica, lavabo, mensola per saponette e specchio. Verificare 1) se i servizi igienici, laddove sprovvisti di finestra, sono dotati di impianto di areazione 2) se c’è l’acqua calda 3) se ai detenuti è assicurata la possibilità di effettuare la doccia quotidianamente 4) se nel bagno delle celle delle sezioni femminili c’è il bidet.

In ogni sezione dovrebbe esserci un defibrillatore perfettamente funzionante e, soprattutto, in sezione dovrebbe esserci qualcuno addestrato ad utilizzarlo in caso di necessità.

Cortili passeggio: verificare 1) che ci sia una zona coperta per ripararsi dal sole e dalla pioggia 2) che ci si sia un gabinetto decente facilmente accessibile 3) che ci siano panchine e/o sedie per riposarsi 4) che siano presenti punti doccia per rinfrescarsi nei mesi più caldi, come da circolare DAP.

La raccolta della corrispondenza e altra documentazione dovrebbe avvenire in modo efficiente e sicuro (cassetta con lucchetto dove depositare le lettere).

Verificare se i blindi sono tenuti aperti di notte. [Paragrafo al quale hanno collaborato i detenuti di Ristretti Orizzonti]

STRANIERI: Verificare se nell’istituto esiste la figura (prevista) del Mediatore Culturale. Molti stranieri infatti non conoscono la lingua italiana e trovano enormi difficoltà a fare presenti personali esigenze vitali. Per loro presentare un’istanza al Direttore o al Magistrato di Sorveglianza diviene un’impresa impossibile: è un diritto che va loro garantito.

RAPPORTI CON LA FAMIGLIA: L’art. 28 dell’OP stabilisce che “Particolare cura è dedicata a mantenere, migliorare o ristabilire le relazioni dei detenuti e degli internati con le famiglie.”. La Direzione dell’Istituto deve pertanto prestare molta attenzione a questo aspetto, in particolar modo in presenza di figli minori.

A volte i detenuti vengono mandati a scontare la pena in istituti lontani centinaia di chilometri dalla residenza dei familiari. Ciò contrasta, in via generale, con il principio della territorialità della pena sancito dall’art. 14 OP (“i detenuti e gli internati hanno diritto di essere assegnati a un istituto quanto più vicino possibile alla stabile dimora della famiglia o, se individuabile, al proprio centro di riferimento sociale, salvi specifici motivi contrari.”) .

REGOLAMENTO D’ISTITUTO: Ogni istituto penitenziario deve avere il suo regolamento interno, cioè l’insieme di disposizioni che regolano la vita della popolazione detenuta. Nella realtà dei fatti, molte carceri non ce l’hanno. Il comma 5 dell’art. 36 del PDR 230/2000 stabilisce che “Il regolamento interno deve essere portato a conoscenza dei detenuti e internati.” Per gli stranieri, il regolamento dovrebbe essere disponibile nella loro lingua.

MAGISTRATO DI SORVEGLIANZA: E’ il Giudice al quale si rivolgono i detenuti per accedere alle misure alternative alla detenzione in carcere, per presentare reclami sulla vita detentiva, per ottenere un permesso e i giorni di liberazione anticipata e per qualsiasi altro motivo che possa riguardare la supposta (del detenuto) violazione dei diritti umani.

E’ il caso qui di richiamare l’art. 75 del DPR 230/2000 riguardante il Trattamento penitenziario e disposizioni relative all’organizzazione penitenziaria:

Istanze e reclami.

  1. Il magistrato di sorveglianza, il provveditore regionale e il direttore dell’istituto, devono offrire la possibilità a tutti i detenuti e gli internati di entrare direttamente in contatto con loro. Ciò deve avvenire con periodici colloqui individuali, che devono essere particolarmente frequenti per il direttore. I predetti visitano con frequenza i locali dove si trovano i detenuti e gli internati, agevolando anche in tal modo la possibilità che questi si rivolgano individualmente ad essi per i necessari colloqui ovvero per presentare eventuali istanze o reclami orali. Gli accessi in istituto del magistrato di sorveglianza e del provveditore regionale sono annotati in un registro riservato a ciascuna delle due autorità, nel quale le stesse indicano i rilievi emersi a seguito degli accessi predetti. Anche il direttore annota in apposito registro le udienze effettuate.
  2. Ai detenuti e agli internati che lo richiedono è fornito l’occorrente per redigere per iscritto istanze e reclami alle autorità indicate nell’art. 35 della legge.
  3. Qualora il detenuto o l’internato intenda avvalersi della facoltà di usare il sistema della busta chiusa, dovrà provvedere direttamente alla chiusura della stessa apponendo all’esterno la dicitura “riservata”. Se il mittente è privo di fondi, si provvede a cura della direzione.
  4. Il magistrato di sorveglianza e il personale dell’amministrazione penitenziaria informano, nel più breve tempo possibile, il detenuto o l’internato che ha presentato istanza o reclamo, orale o scritto, dei provvedimenti adottati e dei motivi che ne hanno determinato il mancato accoglimento.

 

DATI ESSENZIALI DA RACCOGLIERE: E’ possibile annotare le seguenti informazioni da richiedere possibilmente all’inizio della visita al Direttore o al Comandante o a qualsiasi altro vertice dell’istituto incaricato di accompagnare la delegazione in visita. Li riassumiamo in una semplice tabella:

Istituto penitenziario di

………………………….…………………………….…………………………

Direttore …………………………………………………………………………………
 

Comandante……………………………………………………………………

 
Agenti polizia penitenziaria
Pianta organica
Assegnati:
Effettivamente in servizio:
Educatori
Pianta organica
Assegnati:
Effettivamente in servizio:
Psicologi
Pianta organica
Assegnati:
Effettivamente in servizio:
Totale detenuti presenti:
di cui uomini:
di cui donne:
Bambini detenuti con le loro madri
Capienza regolamentare  posti:
Posti non disponibili
Detenuti comuni:
Detenuti in Alta Sicurezza:
Detenuti in regime di 41 bis:
Detenuti con condanna definitiva:
Detenuti in attesa di giudizio:
di cui imputati
di cui appellanti
di cui ricorrenti
Detenuti tossicodipendenti:
di cui uomini:
di cui donne:
Detenuti tossicod. in terapia metadonica:
di cui uomini:
di cui donne:
Detenuti sieropositivi:
di cui uomini:
di cui donne:
Detenuti affetti da epatite C
di cui uomini:
di cui donne:
Detenuti con patologie di tipo psichiatrico:
di cui uomini:
di cui donne:
Detenuti stranieri:
di cui uomini:
di cui donne:
Detenuti lavoranti dipendenti dall’Amministrazione penitenziaria
di cui uomini:
di cui donne:
Detenuti lavoranti in carcere per conto di imprese e cooperative
di cui uomini:
di cui donne:
Detenuti “semiliberi” che lavorano in proprio
di cui uomini:
di cui donne:
Detenuti “semiliberi” che lavorano alle dipendenze di datori di lavoro esterni
di cui uomini:
di cui donne:

Legenda utile per sapere il tipo di istituto penitenziario che si sta visitando e altre informazioni riguardanti i circuiti penitenziari.

CC = Casa Circondariale = Istituto in cui sono detenute le persone in attesa di giudizio e quelle condannate a pene inferiori ai cinque anni, o con un residuo di pena inferiore ai cinque anni.

CR = Casa di Reclusione = Istituto in cui sono detenuti coloro che abbiano riportato una condanna definitiva a una pena non inferiore ai cinque anni;

ICAM = Istituto a Custodia Attenuata per Detenute Madri

CCF = Casa Circondariale Femminile

CRF = Casa di Reclusione Femminile

CL = Casa Lavoro = Istituto per l’esecuzione delle misure di sicurezza, destinato alle persone detenute che hanno già scontato la loro pena, ma che sono giudicati “pericolosi socialmente”

 

MS = Media Sicurezza – reparti del carcere destinati ai detenuti comuni

AS1 = Alta Sicurezza 1 = reparti destinati ai “detenuti ed internati appartenenti alla criminalità organizzata di tipo mafioso, nei cui confronti sia venuto meno il decreto di applicazione del regime di cui all’art. 41 bis ord. Penit.”

AS2 = Alta Sicurezza 2 = reparti destinati ai “soggetti imputati o condannati per delitti commessi con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico mediante il compimento di atti di violenza”.

AS3 = Alta Sicurezza 3 = in cui si trovano i detenuti che hanno rivestito un ruolo di vertice nelle organizzazioni criminali dedite allo spaccio di stupefacenti.

[Scheda a cura di Rita Bernardini, Partito Radicale]

2 Comments

  • Giorgio Armandola 13 Agosto 2019

    Come si può far parte di un delegazione radicale per visitare un carcere=?

    Noi siamo in provincia di Perugia, al confine con la Toscana; potrebbe interessare la visita nelle case penali di Perugia, Siena o Arezzo. D’inverno siamo invece a Roma. Grazie per la risposta.
    Giorgio Armandola
    iscritto dal 2019, simpatizzante dagli anni ’60 (ero iscritto alla LID)

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