Il 15 marzo una delegazione del Partito Radicale formata dal Sen. Roberto Rampi, Matteo Angioli e Umberto Gambini ha incontrato per oltre un’ora a Waterloo l’ex Presidente della Generalitat della Catalogna Carles Puigdemont. Lo scopo della visita, avvenuta nella “Casa de la Republica” era esprimere solidarietà agli esponenti dell’indipendentismo catalani incarcerati da oltre un anno prima a Barcellona e poi a Madrid con accuse di ribellione, sedizione e malversazione che hanno indotto il Presidente Puigdemont ad auto-esiliarsi in Belgio per poter continuare dal cuore dell’Europa la ricerca di una soluzione politica ad un conflitto istituzionale che deve sciogliersi con una soluzione politica.
La deriva giudiziaria che dal 2107 sta interessando la Spagna e che sembra accomunare i rappresentanti catalani nonviolenti ai baschi dell’ETA, autori di veri e propri atti di terrorismo, è un sintomo dell’inadeguatezza degli Stati nazionali di governare alcuni dei più pressanti problemi di questo tempo. Dall’aula dell’Assemblea Nazionale di Madrid e da quella del Parlamento regionale catalano, la questione è stata fatta approdare nelle aule giudiziarie che non stanno facendo altro che ostacolare sempre più la ricerca di una via verso una soluzione che deve essere eminentemente politica. Purtroppo invece, ad anni di immobilismo da parte di Madrid è seguita una massiccia risposta fondata esclusivamente sulla legislazione penale che ha aumentato ulteriormente la distanza le parti coinvolte.
Concordando sui gravi limiti che gravano politicamente, socialmente ed economicamente sugli Stati nazionali e sulla necessità di pensare a nuovi spazi di maggior democrazia e diritto, abbiamo invitato il Presidente Puigdemont ad una riflessione volta a cogliere l’opportunità di far sì che il sacrificio suo e dei colleghi incarcerati diventi un impegno straordinario non solo per 7,5 milioni di cittadini catalani ma per mezzo miliardo di potenziali cittadini degli Stati Uniti d’Europa. Marco Pannella era convinto dell’utilità di portare in Catalogna il dibattito per una Europa federale, una Repubblica europea dei cittadini, nella certezza che gli amici catalani avrebbero ascoltato con sincero interesse.
Dunque, sebbene pensiamo che la creazione di un nuovo Stato nazionale catalano non costituisca la via d’uscita ideale, troviamo semplicemente anacronistico, inaccettabile e contro lo Stato di Diritto ciò che stanno subendo i prigionieri politici e siamo convinti, come lo è Carles Puigdemont, che la ricerca di una nuova dimensione di maggior libertà e diritto, incarnata dagli Stati Uniti d’Europa, passi anche e significativamente attraverso la Catalogna. Per queste ragioni siamo fermamente solidali con la battaglia di democrazia e di diritto, condotta senza violenza dagli esponenti catalani, nella speranza che essa possa estendersi ben oltre i confini catalani o spagnoli.
Per queste ragioni, oltre all’incontro con Carles Puigdemont del 15 marzo, il Partito Radicale ha partecipato con il suo Rappresentante alle Nazioni Unite, Laura Harth, alla manifestazione del 16 marzo a Madrid per il rispetto dei diritti fondamentali e contro il silenzio europeo, indetta dall’organizzazione “Assemblea Nazionale Catalana” il cui Presidente Jordi Sanchez è detenuto da oltre un anno. Siamo dunque fiduciosi che il dialogo con Puigdemont ed altri esponenti della politica e del mondo dell’associazionismo della Catalogna possa proseguire e siamo molto grati al 130° Presidente della Generalitat per aver voluto esprimere il suo sostegno a Radio Radicale e alla campagna in corso per la salvezza dell’emittente fondata nel 1976.
Matteo Angioli