Nel corso di un incontro svoltosi il 25 aprile con alcuni studenti dell’Università di Washington il Presidente francese Macron si è detto disponibile a svolgere il ruolo di mediatore tra la Cina e il Dalai Lama per tentare di risolvere la grave situazione del Tibet. Il Presidente Macron ha affermato di scorgere dei primissimi segnali che il Presidente cinese voglia muoversi sulla vicenda tibetana.
Tale proposta costituisce un fatto nuovo di grande rilevanza politica, un’occasione da valorizzare che il Partito Radicale sostiene e incoraggia facendo appello alle autorità italiane, europee e alle Nazioni Unite affinché si creino le condizioni per perseguire ad ogni livello istituzionale e politico questa coraggiosa e importante iniziativa.
Il Partito Radicale sostiene da sempre le proposte di autonomia e difesa dell’identità del popolo tibetano attraverso la ricerca di un dialogo con le autorità cinesi attraverso l’attuazione dei principi di già contenuti nella Costituzione della Repubblica Popolare cinese. A tal fine, il Partito Radicale condivide la cosiddetta “via di mezzo” che si è arenata una decina di anni fa a causa dell’ostracismo delle autorità di Pechino che accolse per l’ottava ed ultima volta una delegazione ufficiale di parlamentari tibetani in esilio.
La strada politica proposta dallo stesso Dalai Lama è in piena sintonia con l’iniziativa di Marco Pannella promossa sia negli incontri ufficiali a Dharamsala, sia nei congressi del Partito Radicale, con l’obiettivo di trovare una soluzione nonviolenta e pacifica al dramma non solo della popolazione tibetana ma di tutte le minoranze all’interno della Cina e dello stesso popolo Han: per lo Stato di Diritto democratico, federalista e laico. Tesi ribadite anche nel corso della manifestazione europea delle organizzazioni pro Tibet svoltasi lo scorso 10 marzo a Ginevra davanti alla sede dell’Onu, alla quale i radicali hanno partecipato con una delegazione guidata dall’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata.